Si arrriva a Podgorica dopo un volo panoramico da rompere il fiato tra montagne disabitate e di un marron abbagliante.
La sosta nell Aerodrom di Podgorica ha visto confrontarsi Serbi e Italiani in una lotta a chi la sparava più grossa sul perchè eravamo lì.
Il Pazzo, capofila dei complottisti, isolato con la fronte sul vetro scrutava l'aereo fermo sulla pista senza il carburante per raggiungere Belgrado. La signora Serba con marito romano diceva a tutti che dovevamo fare qualcosa, il mio amico Sergio col cappello da zingaro dei film mi offriva chewingum alla cannella mentre la mia amica Daniela in vacanza tre giorni a Belgrado da sola iniziava ad avere dubbi sulla sua sorte.
Siamo rimasti quattro ore senza un'informazione dall'equipaggio e bloccati come Tom Hanks in The Terminal tra la pista e il territorio montenegrino, senza potere andare nè di qua nè di la.
Dopo quattro ore la situazione si è finalmente sbloccata, in tre hanno rinunciato al volo, hanno scaricato i bagagli dall'aereo, siamo usciti e abbiamo fatto un nuovo check-in, controllo passaporti, controllo bagagli con il soldato cattivo, altro controllo passaporti e siamo tornati nella sala di attesa in attesa.
Finalmente dopo quattro ore e mezza siamo tornati sull'aereo con il carburante ed il capitano ha spiegato tutto.
Riporto a grandi linee il discorso:
"Buon pomeriggio e ben trovati sul volo per Belgrado. Ci scusiamo per il disguido che ha causato il ritardo. Era necessario imbarcare il carburante per raggiungere Belgrado ma la compagnia non ha avuto modo di effettuare il pagamento e quindi ho pagato io con la mia carta personale [segue applauso degli italiani]. Good pomerigg and well come back to the vol to Begrad ecc. ecc."
Ora, tutto bene, siamo ripartiti e siamo tornati a Belgrado dove siamo atterrati all'una e mezza invece che alle otto e mezza, ma il pilota quanto avrà dovuto sborsare per fare il pieno, e avrà fatto il pieno o, non so, venti euro che tanto la riserva è lunga e ci arrivo se non sgaso?
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